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Il Vetro nella Storia

Tecnicamente e da un punto di vista fisico il vetro è un materiale solido amorfo, che si forma quando un materiale viscoso solidifica in modo molto repentino e di conseguenza non ha il tempo di formare una struttura cristallina.

Il vetro è un materiale solo in apparenza inerte e morto ma se noi lo volgiamo, può essere vivo, gioioso e multiforme. Possiamo considerarlo vivo perché anche lui come la vita, è nato agli albori dei tempi, grazie alle scariche elettriche dei fulmini e alla sabbia, al quarzo e alle rocce silicee.

L’uomo lo conobbe in questo modo più o meno nel III millennio a.C. ma fu grazie agli Egizi che venne fabbricato e utilizzato per farne oggetti di uso quasi quotidiano come le ampolle per profumi o per oggetti di uso quasi eterno come le urne funerarie. Egizio è infatti il più antico manufatto di vetro, conservato a Berlino e arrivato fino ai nostri giorni e che si fa risalire alla dodicesima dinastia (2000 a.C. circa). Ma la svolta nell’arte vetraria si ebbe in Siria nel I secolo a.C. con l’invenzione della “canna da soffio” che rivoluzionò le tecniche di fabbricazione e ampliò notevolmente il campo delle applicazioni del vetro. Anche i Romani probabilmente già nel I secolo a.C. lo conoscevano se non proprio come noi oggi, abbastanza da lasciare accenni e descrizioni in opere risalenti a quell’epoca.

Intorno all’anno 1000 si ebbe una svolta soprattutto nel nord Europa con l’utilizzo della potassa al posto della soda mentre nell’area mediterranea si continuò ad utilizzare la soda. Sempre nel nord Europa, in Germania, nell’XI secolo si iniziò ad usare la tecnica della produzione di lastre per soffiatura ricavando dei cilindri che venivano tagliati e lasciati poi distendere per gravità, in fogli. Questa tecnica venne perfezionata nel XIII secolo a Venezia che divenne poi il centro della produzione vetraria e dove vennero sviluppate nuove tecniche, portando alla creazione di manufatti che ancora oggi fanno di Venezia uno dei centri di eccellenza nella produzione di vere opere d’arte. Inoltre la posizione di Venezia a cavallo tra oriente e occidente fece di questa città il fulcro dell’arte vetraria tant’è che in un certo periodo venne proibito ai mastri vetrai di lasciare la città per non divulgarne altrove i segreti.

Questo non impedì però che in altre città italiane ed europee nascessero laboratori o che si sviluppassero tecniche alternative. Fornaci nacquero a Firenze, a Pisa, ad Altare dove i mastri vetrai si riunirono in una corporazione chiamata “Università dell’arte Vitrea”. Da Altare partirono artigiani vetrai che, stabilendosi in varie città europee soprattutto in Francia e nei Paesi Bassi portarono la cultura e il gusto degli oggetti in vetro realizzati a Venezia e a Murano.

Verso il 1600 in Germania si sperimentò l’aggiunta di una percentuale di ossido di piombo che, tra l’atro, già Venezia aveva sperimentato nei decenni precedenti ma senza successo a causa di problemi nel controllo delle temperature delle fornaci, creando quello che venne chiamato “Vetro Flint”. Il vetro al piombo conquistò soprattutto l’Inghilterra dove nacque una grande e prosperosa industria vetraria permettendo inoltre la creazione di uno stile autonomo visto che questo nuovo tipo di vetro non poteva essere soffiato come quello veneziano e con successive sperimentazioni nelle quantità di ossido di piombo, fino al 30%, divenne il “Lead Glass” o cristallo di piombo.

Nel settecento assistiamo all’evolversi dell’industria vetraria tedesca grazie anche ai miglioramenti apportati al “vetro al potassio” e che divenne rapidamente conosciuto come “Cristallo di Boemia”. Questa notorietà portò alla nascita di importanti centri di produzione tra i quali nel Brandeburgo, a Norimberga, la Slesia, la Sassonia, la Turingia. I calici di Boemia, grazie anche all’abilità degli incisori, si affermarono in tutto il mondo arrivando anche nei paesi d’oltremare. Di questo periodo sono anche i primi lampadari con gocce in Cristallo di Boemia e che in breve raggiunsero una notorietà universale.

Nel 1800 non ci sono grosse novità o cambiamenti nei metodi di produzione così come non portò miglioramenti l’avvento “dell’automazione” industriale. Però da attività artigianale quasi misteriosa e da alchimista assunse un carattere più tecnico con lo sviluppo di laboratori, lo studio per la realizzazione di fornaci più efficienti e con temperature più elevate, la cura degli ambienti per limitare la contaminazione delle paste di vetro. Si arrivò così ad avere verso il 1880 la produzione di un vetro di qualità. Verso la metà del secolo poi, viene inventata e realizzata negli Stati Uniti, la pressa a formare che portò questo paese ad avere un ruolo fondamentale negli anni successivi e segnò l’inizio di quella che sarà la vera produzione di massa del vetro.

Sul finire del XIX secolo si giunse a realizzare opere con una complessità tecnica e lavorazioni mai viste prima (opere di Emile Gallé e di Louis Comfort Tiffany) che portarono, se possibile, ancor di più il vetro come rappresentante di un’arte alla pari con i quadri o le sculture. Si sperimentò da parte dei mastri vetrai di nuove tecniche e nuovi stili. Nacquero così, accanto alle decorazioni domestiche, oggetti di lusso o delle vere e proprie opere d'arte. Grazie a Tiffany e a Gallè la Francia divenne il centro di riferimento mondiale dando il nome allo stile conosciuto come "Art Decò", anche grazie all'Esposizione Mondiale di Parigi del 1925. Tiffany portò poi oltreoceano, negli Stati Uniti, lo stile da lui inaugurato in Francia dove era oramai in declino, prosperando nuovamente e dominando il mercato americano. In Europa intanto la produzione rimase di tipo tradizionale con vetri intagliati, smaltati o incisi principalmente in Austria e in Boemia, oppure decorati tipici del periodo dell' Art Nouveau. Le vetrerie inglesi non portarono innovazioni o cambiamenti significativi. Fu solo grazie alle vetrerie di Murano che introdussero nuovi temi stilistici e che getteranno le basi del rinascimento del vetro assumendo una nuova e importante funzione all'interno del neonato Modernismo, e che caratterizzò l'architettura e il design, dove il vetro era luce, spazio, ottimismo, dominò in Germania e in Francia, grazie anche al grande architetto Le Corbusier. Ma fu negli Stati Uniti che il vetro “esplose” nell’architettura con la costruzione di palazzi di vetro e la struttura in d'acciaio. Questo utilizzo nell’edilizia fece nascere nuovi processi e tecniche di produzione incrementando la sperimentazione e la ricerca. Per l'architettura vennero anche prodotti vetri armati, modellati in varie forme e si arrivò anche alla scoperta di nuovi materiali e alla produzione di massa. Venne scoperto casualmente il vetro-ceramico, il miglioramento del vetro al piombo, l'impiego del vetro nel campo dell'illuminazione ecc. Fu in questo periodo, intorno agli anni ’60 che il vetro artistico e il vetro industriale prendono vie separate. Negli Stati uniti troviamo infatti i più importanti produttori di vetri artistici, prodotti con tecniche moderne ma rispettando le tradizioni passate. Fornaci come Bullseye, Spectrum Glass, Uroboros, Armstrong hanno a catalogo lastre di vetro opaco, vetri trasparenti, vetri cattedrale etc che ancor prima di essere tagliate per fare delle opere d’arte sono esse stesse delle opere d’arte.